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Fotografare il deserto

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I momenti della giornata migliori per fotografare i deserti sono il mattino presto e il tardo pomeriggio.
In queste ore il sole è basso sull’orizzonte ed esalta i toni e le texture naturali, rivelando al meglio ombre e zone in piena luce.
Spesso nella mezz’ora a cavallo dell’alba, il deserto risplende , rivelando un carattere unico e regalando la possibilità di tornare a casa con scatti davvero memorabili.
Questo significa che molto probabilmente ci toccherà uscire dal letto o dal sacco a pelo nel mezzo della notte, passare svariate mezz’ore nel gelo dell’ombra ad attendere i primi raggi della sole che nasce.
Messa così non è certo una prospettiva attraente, ma credetemi, nonostante il prezzo da pagare possa sembrare alto, la ricompensa potrebbe essere una serie di scatti davvero potenti ed unici, con scie di stelle mozzafiato, immortalate su cieli blu e immacolati.
Arrivando sul posto con largo anticipo possiamo inoltre provare a cimentarci con qualche lunga esposizione, sfruttando il fatto che generalmente le aree desertiche godono di cieli sgombri da inquinamento e con un cavalletto e un po’ di pazienza, prima ancora di inquadrare lo scatto per il quale ci siamo svegliati ad ore antelucane, possiamo catturare silhouette di dune che si frangono su tappeti stellati da mozzare il fiato.

Dal punto di vista della composizione, i deserti offrono spunti molto grafici – linee morbide e pulite, orizzonti definiti e contrapposizioni cromatiche (cielo/terra) precise – molto più che con qualsiasi altro panorama.
Keep it simple! il deserto ha un’anima sua, manteniamo le cose semplici, componiamo tenendo sempre presente che stiamo fotografando uno degli spettacoli naturali più potenti, non cerchiamo inquadrature complicate a tutti i costi, spesso la semplicità aiuta a sottolineare la maestosità del soggetto.

L’anima del deserto è spesso espressa dalla contrapposizione marcata tra luce e ombra. Scattando al mattino presto e alla sera, sfruttiamo il favore delle ombre lunghe.

La grande massa di sabbia può spesso giocare brutti scherzi all’esposimetro e forzarlo a sottoesporre, non lesiniamo e proviamo qualche scatto sovraesposto, proprio come faremmo nel caso di un prato innevato – la situazione non sarà mai così estrema, ma la sabbia può risultare più ostica di quanto non ci si aspetti.

Muniamoci di un filtro degradante, potrebbe essere necessario contenere il delta tra cielo e sabbia.

Non solo grandangolo!
Cerchiamo inquadrature alternative alla classica grandangolata, usiamo un medio tele per comprimere la prospettiva.

Quando possibile inseriamo un elemento umano o qualunque oggetto che renda immediatamente chiare le proporzioni della scena e il senso di spazio aperto e vasto.

Deserto significa sabbia e polvere: vietato cambiare obiettivi senza prima aver trovato un ‘effettiva protezione – il sensore esposto è una calamita per la polvere. Cerchiamo di muoverci con attenzione e non montiamo SEMPRE un filtro sui nostri obiettivi!

Categorie: Uncategorized
Pubblicato da walter meregalli in ottobre 17, 2013

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