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Ritratti in viaggio: qualche trucco

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Un volto interessante può raccontare l’anima di un viaggio per sempre. Un incontro inaspettato, che di traduce in un bello scatto, può svelare molto più che non decine di fotografie dal sapore più ovvio.

In viaggio non disponiamo sempre di tutto il tempo che vorremmo e queste deve insegnarci a fare bene, ma spesso in fretta.
Come si fa? Ci si prepara sui luoghi che andremo a visitare, ma soprattutto si cerca di conoscere al meglio la nostra attrezzatura – non solo la macchina.

Ritratti, qualche trucco rapido.
Spesso il ritratto in viaggio, a meno che non venga precedentemente concordato, si risolve in poco più di una manciata di minuti, minuti durante i quali dobbiamo scegliere l’inquadratura, metter in posa il soggetto, fare di conto, comporre e scattare. Come fare?

Portiamo sempre con noi un piccolo flash e temiamolo a portata di mano, se non è necessario non usiamolo, complicare le cose semplici, quando non c’è tempo è da perfetti idioti.
Per cui, per prima cosa, cerchiamo la soluzione migliore con la luce ambiente disponibile.
I migliori ritratti in luce ambiente, secondo me, sono quelli che sfruttano il contrasto naturale luce/ombra. Cerchiamo luoghi attorno al soggetto che ce lo offrano.
Scattiamo subito qualche test, ma evitiamo di mostrare i test al nostro soggetto, facciamo soltanto quando siamo certi di avere qualcosa di buono da mostrare.

Usiamo un tele di media lunghezza, comprime la prospettiva e offre una profondità di campo limitata, che aiuta a staccare il soggetto dal contesto.
Nel caso volessimo invece aggiungere contesto al ritratto – sempre però rispettosi del fatto che il contesto non mangi il soggetto – usiamo anche ottiche più piccole, come un grandangolo (non troppo spinto). Cerchiamo di tenere sempre a mente che sotto i 50 mm gli obiettivi tendono a falsare le proporzioni e nessuno ama vedersi ritratto col nasone o con una testa molto più piccola del corpo.

Sfruttiamo vetrate e finestre, sono i nostri soft box naturali. Evitiamo la luce diretta del sole , costringe il soggetto a strizzare gli occhi e crea fastidiose ombre scure sotto naso e mento.
Se la luce a disposizione non è sufficiente o non è qualitativamente all’altezza, non tergiversiamo oltre e impieghiamo il flash.

FLASH DIRETTO = DISASTRO ASSICURATO, mettiamocelo in testa, per cui se non possiamo evitare di montare il flash sulla slitta, cerchiamo almeno di puntare la testa del flash verso l’alto, se il flash non dispone di un cartoncino che, quando puntato verso l’alto, riflette il lampo, usiamo il palmo della nostra mano leggermente curvo e rivolto verso il soggetto.
Proviamo anche a puntare la testa del flash lateralmente, magari su un muro, facendo attenzione al colore del muro e alle eventuali dominanti che questo introdurrebbe.

Aggiungiamo del dramma, leggiamo la luce, sottoesponiamo – usando la compensazione – e usiamo il flash, in TTL, per far uscire il soggetto, così avremo degli scatti più interessanti. Il flash calcolerà la giusta potenza per aggiungere un fill-in, ma, con l’ambiente sottoesposto, il risultato sarà più interessante. Attenzione che la compensazione agisce anche sulla luce flash, per cui, se sottoesponiamo troppo, dobbiamo aumentare un po’ sul versante flash.

Se non abbiamo dei modificatori, usiamo un foglio di carta bianca leggera da mettere davanti al nostro flash.

Facciamo tre o quatto inquadrature diverse, ma rapidamente, mostriamo ciò che abbiamo scattato e congediamo il nostro soggetto – max. 10 minuti.

Se promettiamo di spedire le stampe o i file degli scatti al soggetto, FACCIAMOLO!

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Pubblicato da walter meregalli in marzo 12, 2014

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