10 consigli per la fotografia di viaggio
Non si smette mai di imparare, anche se spesso proviamo a convincerci del contrario.
Ognuno di noi ha margini di miglioramento più o meno ampi, non dobbiamo smettere di sperimentare, non dobbiamo MAI pensare ‘non ho più niente da imparare’. NON È COSÌ!
Pensiamoci, possiamo migliorare la nostra tecnica o la composizione, possiamo approfondire la nostra capacità di raccontare storie attraverso le immagini, possiamo migliorare nell’impiego di un certo linguaggio. Ognuno di noi ha margini di miglioramento, basta volerlo.
Un caro amico, grande fotografo, parecchie decine di anni fa mi disse “non importa se non lo capisci adesso, c’è tempo” , certo, lui era un maestro di sessanta e passa anni e parlava ad un ragazzino appassionato di fotografia che aveva davanti tutta una vita per capire, ma il senso non cambia, c’è sempre tempo per capire, imparare e migliorarsi.
E nell’abbrivio di questa apertura, ecco alcuni consigli pratici – pratici, perché mi vengono dalla pratica quotidiana – per provare a migliorare la nostra fotografia e in particolare la fotografia di viaggio.
Li ho divisi in prima e durante… in questo primo post, I CONSIGLI PRIMA DI PARTIRE. Nel prossimo post, I CONSIGLI SUL POSTO.
PRIMA DI PARTIRE
1. Documentiamoci.
Documentarsi sul luogo che andremo a visitare e a fotografare è il primo passo. Un passo fondamentale, oltre che divertente.
Guide, libri, web, le informazioni sono ovunque e di solito abbondanti.
Informiamoci su monumenti, luoghi d’interesse, attrazioni, ma anche manifestazioni sportive, musicali, religiose.
Ci aiuterà a non perdere tempo e ci darà un’idea chiara di quello che ci aspetta.
2. Buttiamo giù una lista.
Quella che i professasti chiamano shot list. Proviamoci anche noi, se funziona per loro, chissà mai che funzionasse anche per noi…
Personalmente credo molto nel potere della lista. La lista è uno strumento che uso ogni volta che affronto un progetto fotografico, mi fa sentire sul pezzo e pronto a portare a casa il risultato.
Da dove si comincia?
Buttiamo giù un elenco degli scatti senza i quali non vogliamo tornare a casa. Ci accorgeremo presto che molto probabilmente si tratterà di un elenco di scatti, per così dire iconici e alcuni di loro risulteranno piuttosto ovvi, NON IMPORTA. Annotiamoli ugualmente e poi proviamo, per ognuno di essi, ad elencare alcune opzioni o alternative che possa renderlo meno scontato, più interessante. Ad esempio, se andiamo in India e andiamo ad Agra, non possiamo tornare a casa senza uno scatto del Taj Mahal, bene, annotiamolo in cima alla lista, tra l’elenco degli scatti obbligatori, poi pensiamo a come renderlo più nostro e scriviamolo a fianco.
La lista DEVE essere uno strumento per generare idee e non per costringerci. Ogni voce della lista DEVE spingerci ad esplorare altre possibilità.
La lista DEVE essere la partenza, non l’arrivo.
3. Scegliamo l’attrezzatura giusta
Gli inglesi hanno un modo di dire piuttosto colorito per indicare l’esagerazione, dicono ‘everything and the kitchen sink”, letteralmente ‘tutto, compreso il lavandino della cucina’. Ecco, evitiamo di portarci anche lavandino quando viaggiamo.
Facciamo mente locale e portiamoci tutta l’attrezzatura che pensiamo possa tornarci utile, pensando soprattutto che poi quell’attrezzar sarà il nostro fardello quotidiano. Personalmente non mi spaventa girare tutto il giorno con uno zaino di dieci chili in spalla, preferisco avere una lente in più che un’inquadratura in meno – molti invece sposano la filosofia contraria.
Viaggiare leggeri è un imperativo, la soglia della leggerezza però è un dettaglio che dobbiamo essere in grado di definire noi, in relazione al tipo di fotografia che prediligiamo, alle aspettative che nutriamo e, ovviamente, alla nostra capacità di caricarci come piccoli muli da soma.
Portiamoci quello che consideriamo indispensabile, ma, ancora più importante, QUELLO CHE CI PORTIAMO NON DEVE AVERE SEGRETI PER NOI!
Dobbiamo conoscere ogni funzione e ogni possibilità dell’attrezzatura che ci portiamo, è imperativo perché poi sul campo ci si possa dedicare semplicemente a fotografare.
4. Un po’ di riscaldamento serve
Anche i migliori atleti devono riscaldarsi. La regola può essere trasportata in fotografia.
Chi di noi scatta tutti i giorni, probabilmente, è sempre caldo e pronto. Chi invece fotografa meno frequentemente ha bisogno ogni volta di un certo periodo per familiarizzare con la macchina, con le inquadrature, con la composizione. Ecco perché ai secondi consiglio un po’ di riscaldamento in vista del viaggio, che so, magari un fine settimana o una giornata durante la quale portarsi dietro la macchina fotografica e scattare, senza troppe aspettative e senza troppe pressioni.
È umano avvertire la pressione se una vocina dentro di noi ci ricorda che con buona probabilità non torneremo più ad Angkor Wat, è umano. Ecco perché è bene arrivare caldi.
5. Coordiniamoci con gli altri
Personalmente, quando fotografo, viaggio da solo, ma non per tutti è così. Considero la fotografia una pratica molto intima. Fatico moltissimo a mostrare una qualsivoglia capacità relazionale mentre fotografo, motivo per il quale se fotografo viaggio da solo. Se invece siete in vacanza o in viaggio con altre persone, le quali magari non condividono la nostra passione per la fotografia, è fondamentale che vi coordiniate con chi vi è attorno. Organizzatevi, non imponete alzatacce all’alba a chi di cogliere quella luce magica non frega nulla. Ritagliatevi momenti vostri, dedicati a scattare, e integrateli con il resto delle attività che prescindono dalla macchina fotografica. Ahimè, quante vacanze e viaggi ha rovinato la passione smodata per la fotografia, pensateci per tempo, evitate di organizzare una gita alle scogliere perché sono un luogo incantevole per poi infliggere ai vostri compagni di viaggio interminabili attese, aspettando la luce. Otterreste un solo risultato certo: rovinarvi i viaggio – se non peggio.
una delle cose che adoro di più: scattare fotografie di viaggio! mi fa sentire bene ammirarle di nuovo…
È uno dei massimi piaceri che regala la fotografia. Il culto della memoria