Storytelling: raccontare attraverso il ritratto

Andrea Paternoster, proprietario di Mieli Thun, ritratto tra le sue arnie in Trentino, per un libro fotografico che raccoglieva alcune eccellenze enogastronomiche italiane
Sin dal Medioevo, il ritratto ha occupato un posto centrale nelle arti visive. Se nel campo pittorico il ritratto in qualche modo vincola la creatività e la possibilità affatturante dell’artista, nel linguaggio fotografico, il ritratto, grazie alla predominanza netta della figura umana, catalizza l’attenzione di chi guarda.
Dal punto di vista fotografico, infatti, il ritratto scatena una profonda empatia nei confronti di chi guarda e questo garantisce al fotografo, quanto meno, di essersi assicurato l’attenzione del suo pubblico. Qualità, contenuto e tecnica devono fare in modo che l’attenzione concessa si trasformi in favore, compiacimento.
In un qualsiasi progetto si storytelling, dovremo sempre prendere in considerazione uno o più ritratti – nei miei progetti i ritratti sono il cardine narrativo, ma questa è una posizione molto personale.
I RITRATTI SONO PARTI FONDAMENTALI DELLA STORIA
I ritratti raccontano una parte della storia, una parte importante, grazie appunto alla presenza predominante della figura umana. Questa è una caratteristica che chiunque voglia raccontare non può non prendere in considerazione.
I ritratti ambientati hanno la forza di combinare in modo immediato ed inequivocabile forse i due elementi principali di una storia: il chi e il dove, se, molto spesso, addirittura, il come. E tutto questo in un solo scatto!
Per i ritratti valgono le stesse regole che valgono per le altre fotografie – questo è bene capirlo. Contenuto. Composizione. Tecnica fotografica. Questi sono i cardini per ottenere un buono scatto e sono gli stessi per ottenere un ritratto efficace.
Sorvoliamo per ora sul contenuto. Sul contenuto non abbiamo moltissima voce in capitolo, se abbiamo deciso di raccontare i ristoranti di un certo quartiere della nostra città, non possiamo scattare il ritratto della proprietari del negozio di abbigliamento, solo perché ha un volto più interessante, possiamo però cercare inquadrature e linguaggi diversi a seconda del nostro soggetto, ad esempio.
Su composizione e tecnica fotografica non dobbiamo sorvolare, perché i nostri ritratti diventano fotografie in grado di comunicare con forza proprio grazie ad una composizione curata ed efficace e ad una tecnica fotografica precisa.
A ME GLI OCCHI!
È inutile fare giri di parole, gli occhi in un ritratto sono un elemento chiave.
Chi guarda è attirato dall’elemento umano, in particolare modo dai volti e ancora di più dagli occhi. Gli occhi hanno la forza di stabilire un collegamento estremamente potente con chi guarda. Gli occhi e lo sguardo racchiudono spesso il carattere del soggetto ritratto, veicolano azione, suscitano emozioni.
Questo non significa che dobbiamo sentirci costretti di scattare ritratti dove i soggetti guardano dritto in macchina, ma è bene che ci si ricordi che un soggetto che guarda dritto nell’obiettivo dà una maggiore garanzia che lo scatto catturi l’attenzione di chi guarda – questo naturalmente non basta a trasformare lo scatto in una fotografia memorabile.
Se scegliamo di ritrarre il nostro soggetto facendolo guardare in macchina, dobbiamo assicurarci che gli occhi siamo perfettamente a fuoco. Il fuoco sugli occhi è cruciale.
Attenzione quando scattiamo con un diaframma molto aperto e il soggetto si posiziona di tre quarti! L’occhio più ontano potrebbe finire fuori fuoco, meglio evitarlo, riportando il volto del soggetto in una posa più perpendicolare rispetto al nostro obiettivo.
Accendiamo gli sguardi! Una piccola luce negli occhi – catchlight – aggiunge quel tocco di vita. Se usiamo un flash, facciamo in modo che la luce illumini il soggetto leggermente di lato e leggermente dall’alto – in gergo 45°/45° o -45°/45° , sono i gradi rispetto all’ideale linea soggetto/macchina). Se scattiamo con la sola luce ambiente, prendiamo il tempo per spostare il nostro soggetto in modo che il suo sguardo possa comunque presentare quelle due magiche lucine negli occhi.
Nei prossimi post parleremo di illuminazione e di composizione nei ritratti. Stay tunnel!