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Storytelling: la composizione e il ritratto

 

Marco Daniele

La composizione nei ritratti rafforza la connessione tra soggetto e fruitore.
Non basta scegliere l’elemento umano, non basta scegliere un ritratto e chiedere al soggetto di guardare dritto in macchina, soprattuto se poi componiamo in modo poco efficace o se addirittura non componiamo affatto – peccato capitale, per il mio modo di intendere la fotografia.

Comporre per un ritratto significa guidare l’attenzione di chi guarda sul soggetto, in modo inequivocabile e forte.

Usiamo tutto quello che le regole della composizione ci mettono a disposizione: simmetria, terzi, linee guida, forme, colore, e tutto il resto.
Partiamo da ciò che conosciamo, per poi sperimentare. Proviamo a comporre verticalmente, o orizzontalmente. Posizioniamo il soggetto ora sui terzi, ora al centro, ora su una linea guida. Inquadriamo dall’alto, inquadriamo dal basso. Sono tutte alternative che portano colori diversi al nostro scatto e, implicitamente, alla nostra storia.
Come per ciò che riguardava l’illuminazione (clicca qui), anche la composizione DEVE essere al servizio dello storytelling. La storia comanda, il resto deve fluire a sostegno.

Ognuno di noi ha regole di composizione che trova più congeniali, ma non è detto che funzionino per quello che stiamo cercando di raccontare. La composizione è un infrastruttura sulla quale costruire lo scatto, un po’ come la grammatica per lo scrittore, che non può mettersi alla tastiera ignorandone le regole – può poi decidere di romperle o modificarle, ma non può permettersi di non conoscerne.
Una grande penna, Josè Saramago, fa della rottura delle regole grammaticali di base uno stile personalissimo, ciò non significa che Saramago non conosca l’uso della virgola (pur il suo “Vangelo secondo Gesù Cristo” ne sia completamente privo).
Questo ci deve dire che prima di infrangere le regole della composizione, dobbiamo quanto meno conoscerle.
Peccato più grave, spesso dovuto all’ozio, è conoscere le regole della composizione, ma non prendersi il tempo e la briga di comporre.

Torniamo ancora un momento al ritratto…

Nel ritratto è bene limitare gli elementi che potrebbero distrarre l’occhio di chi guarda, a meno che la confusione dell’ambiente non sia un elemento narrativo.
Un peccato gravissimo è invece dimenticarsi oggetti vari all’interno dell’inquadratura – soprattutto attorno ai bordi.
Ciò che non è inquadrato NON esiste, l’ho eletto a mantra, ma altrettanto vero è ciò che includiamo nell’inquadratura HA un valore per chi guarda, questo non lo dobbiamo dimenticare – monito agli amici fotografi frettolosi.

Non preoccupiamoci di spostare il soggetto, se l’inquadratura e la composizione ne guadagnano. Molto spesso qualche decina di centimetri può fare la differenza, pensiamoci. Così come provare ad abbassare il punto di ripreso o alzarlo, anche qui molto spesso bastano pochi centimetri per raccontare una storia completamente diversa. Pensateci.

Simmetria, linee guida, terzi, curve, colori, luce/ombra, cornici, riflessi… tutti trucchi legati alla composizione che ci aiutano ad esprimere meglio la nostra storia.
Non significa che non dobbiamo più inquadrare ritratti centrati, ma che dobbiamo sempre scegliere la composizione che meglio esprime quello che vogliamo raccontare.

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Umberto Galli per il libro “So Special” – Soggetto volutamente centrato e punto di ripresa più basso. Credo che la somma delle due scelte, una di composizione e di tecnica di ripresa, dia carattere a questo ritratto, lo stesso carattere di Umberto.

 

Consigli per gli acquisti –
“So Special” è un mio libro fotografico realizzato per Triumph Motorcycles Italie ed edito da Skira, in vendita dal 19/11 in tutte le librerie e che potete trovare anche cliccando qui: SO SPECIAL, un viaggio nel mondo delle special Triumph

Storytelling: la composizione è uno strumento potente

Anziana nella città vecchia di Varanasi. Composta sui terzi per rendere il ritratto più dinamico e lasciare intravvedere parte del suo mondo

Anziana nella città vecchia di Varanasi. Composta sui terzi per rendere il ritratto più dinamico e lasciare intravvedere parte del suo mondo

 

La composizione è uno dei migliori alleati dello story telling per immagini, e faremmo bene a ricordarcelo!

Decidere cosa va nell’inquadratura e cosa invece no, decidere dove posizionarlo… queste sono le basi dalle quali partire per raccontare con efficacia la nostra storia fotografica e la composizione si occupa proprio di questo.

La composizione – cioè le regole attraverso le quali creiamo le relazioni visive tra gli elementi che compongono la scena  – aiuta chi guarda a focalizzare la sua attenzione su ciò che per noi ha importanza, dal punto di vista del racconto fotografico, indica il soggetto principale, suggerisce relazioni, anche magari non così esplicite. Pensiamo alla composizione come ad una sorta di grammatica dell’inquadratura.

Amo ripetere questa frase:

 ciò che non è nell’inquadratura non esiste

Questo per me è molto più di un diktat, qualcosa forse più vicino ad un mantra.

Con questo postulato bene in mente, cerco di capire come comporre al meglio perché la mia storia appaia evidente a chi non è lì con me in quel momento.
Perché credo che questo sia davvero il punto di partenza per ogni scatto: decidere cosa includere e cosa no ed essere consapevoli che quello che decidiamo di escludere non verrà mai letto da nessuno (lo sapremo solo noi che c’era un leone di fianco al bimbo che mangia il gelato, se non lo inquadriamo).

Per nostra sfortuna, però, è vero anche il contrario: tutto quello che includiamo nell’inquadratura assume un significato per chi guarda.
Anche questo deve essere una cosa da tenere a mente, per cui se includiamo un dettaglio, un dettaglio qualsiasi, quel dettaglio, per chi guarda, assume immediatamente importanza. Pensiamoci bene quando inquadriamo, perché non potremo dire a chi guarderà i nostri scatti “no guarda, quello non c’entra”…

La composizione, le sue regole, ci devono guidare per esaltare il messaggio che intendiamo trasmettere con i nostri scatti.

Lo storytelling fotografico passa inesorabilmente per le regole della composizione, come per lo scrittore è fondamentale la scelta dei verbi, che lo aiutano a  rendere il giusto ritmo narrativo.
Nello storytelling per immagini non basta trovare un buon soggetto, un buon soggetto è un ottimo punto di partenza è poi l’occhio del fotografo, la sua sensibilità, il suo linguaggio fotografico che completano il processo. Occhio, sensibilità, linguaggio… passano tutti per la composizione.
Ricordiamoci che anche lo sfondo è un elemento della scena – troppo spesso ce lo scordiamo. Lo sfondo non va sottovalutato, dobbiamo dedicare lo stesso tempo che dedichiamo alla scelta del soggetto anche allo sfondo. Lo sfondo NON deve mangiare il soggetto, lo deve esaltare. Troppo spesso ottimi soggetti, che potrebbero trasformarsi in grandi scatti, vengono fagocitati da sfondi confusi e troppo presenti. Lo sfondo va usato come contesto e non come distrazione, deve aiutarci a raccontare meglio la storia, non affondarla.

LO SCOPO PRINCIPALE DELLA COMPOSIZIONE È QUELLO DI GUIDARE L’OCCHIO DI CHI GUARDA.

Abituiamoci a considerare l’atto di comporre – di disporre cioè gli elementi all’interno dell’inquadratura – come un momento imprescindibile del processo creativo che genera uno scatto fotografico.

Esploriamo le varie possibilità che la composizione ci offre. Cerchiamo quale composizione meglio possa raccontare la nostra storia. Terzi, simmetria, linee guida, curve, armonie di colori, colori a contrasto, forme… le regole sono molte, esploriamole, applichiamole, non fermiamoci a quelle più ovvie, sarebbe come per uno scrittore impiegare sempre gli stessi vocaboli.

Pensiamo all’uso della profondità di campo ad esempio (uno strumento tecnico/compositivo proprio della fotografia), pensiamo a come la capacità di mettere a fuoco in maniera selettiva questo o quell’elemento della nostra scena possa modificare, se non ribaltare, la storia che stiamo raccontando con la nostra macchina fotografica.

Non starò qui a dilungarmi oltre sulla composizione, troverete tutto e di più un po’ ovunque  – ad esempio anche nel mio altro blog “Fotografia Facile” sotto la categoria “Composizione” – vi dò  un consiglio, però: prendetevi il tempo necessario per comporre con attenzione, molto spesso un buono scatto diventa memorabile grazie ad un’attenta composizione.

Alcune regole di base per comporre:

  • La simmetria
  • La regola dei terzi
  • Le linee verticali, orizzontali, diagonali e curve
  • Le linee d’entrata
  • Le forme
  • La ripetizione degli elementi
  • Quinte, cornici e vignette
  • Più piani
  • Il colore
“Prima pensa, poi scatta”
– Cit. Gianni Berengo Gardin