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Ancora poesia, scattiamo il cielo
Nel precedente post abbiamo parlato di atmosfere elusive e di come usare alcuni fenomeni atmosferici per aggiungere poesia ai nostri scatti, in questo post, invece, vediamo come il cielo possa diventare il protagonista delle nostre foto in viaggio e aggiungere quel tocco di sogno-
Il primo problema col ciele è legato all’esposizione, FACCIAMO ATTENZIONE! il cielo tende a giocare brutti scherzi all’esposimetro della nostra macchina fotografica, suggerendo di sottoesporre – e spesso non di poco.
NON FACCIAMOCI INGANNARE e porviamo ad aprire un po’ – tenendo però in considerazione di non bruciare i dettagli.
Una volta deciso di dare al cielo il ruolo di protagonista, dobbiamo fare in modo che lo sia davvero. Non lasciamoci prendere dai dubbi, se il cielo è il nostro soggeto principale, che lo sia davvero!
Cerchiamo di scegliere cieli importanti: le nubi sono la nostra texture.
Scattiamo quando:
- le nubi sono imponenti
- le nubi anticipano temporali o tempesti
- le nubi sono trafitte dal sole
- sono colorate dal tramonto in maniera significativa
Sperimentiamo con la composizione!
Le migliori foto di cielo includono l’orizzonte. Teniamolo basso, molto basso e diamo al cielo il giusto spazio – esageriamo! diamogli anche l’80% dell’inquadratura (se se lo merita davvero). Manteniamo l’orizzonte molto basse e aggiungiamo elementi secondari, capaci di rendere le dimensioni della scena inquadrata a chi guarda – inseriamo alberi, edifici o porzioni di essi e altri dettagli simili.
Se ci fosse la possibilità inseriamo specchi d’acqua, come fiumi o laghi, in grado di fare da controcanto ai colori del cielo.
Potrebbe essere necessario usare un filtro digradante per abbassare la differenza di esposizione tra cielo e terra.
Dunque, occhi ben spalancati verso l’alto e pronti ad immortale i cieli tempestosi e gli accumuli di nubi.