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Aggiungiamo un po’ di movimento usando il flash
Può sembrare un controsenso, dal momento che tutti vi avranno di certo detto che “il flash si usa per congelare l’azione”, ed è così, ma se usato con una particolare tecnica, allora il gioco è fatto.
Non è difficile e funziona meravigliosamente anche in situazioni di scarsa illuminazione.
Il trucco è semplice, molto semplice, quasi banale: un tempo di posa lungo, quello che gli anglofoni in gergo chiamano dragging the shutter, letteralmente ‘trascinare l’otturatore’, che poi in effetti è quello che facciamo, costringiamo l’otturatore a stare aperto più del necessario per il solo colpo di flash (che si esaurisce mediamente attorno ad 1/1500 di secondo).
Cosa succede nel resto del tempo che l’otturatore resta aperto? Semplice, che la macchina registra la scena e che, inevitabilmente la scena risulterà mossa.
Cerchiamo di capire dunque come sfruttare il flash per creare la sensazione di movimento.
Montate il vostro flash sulla slitta, ma fate in modo di non puntare la luce direttamente sul soggetto, molto meglio se lo puntate in alto, attivando il cartoncino bianco che serve a far rimbalzare il colpo di flash.
La modalità più semplice da scegliere è naturalmente la priorità di tempo – ma funziona benissimo anche in manuale o in priorità di diaframma. La cosa importante è che scegliate un tempo sufficientemente lungo, ad esempio 1/15″.
La macchina calcolerà la corretta esposizione, indicando un diaframma e il gioco è fatto.
Un secondo dettaglio fondamentale per ottenere la sensazione di movimento è quello di impostare il flash in modo che scatti sulla seconda tendina, cioè a fine esposizione.
Quando il flash parte, congela l’azione – questo è fondamentale da ricordare. L’effetto movimento è di gran lunga più credibile e più gradevole se il flash scatta a chiusura dell’esposizione.
Vediamo cosa accade, in pratica: click, la macchina comincia a registrare la scena, strisciando i soggetti in movimento, poi arriva il flash che fissa il tutto. Nello scatto si avrà dunque la sensazione di una scia temporale lasciata dal movimento.
Più il movimento dei soggetti è lineare (pensiamo ad un uomo che corre o ad una macchina) e meno credibile risulterebbe lo scatto con il flash impostato sulla prima tendina – otterremmo una sorta di moviola e non una scia temporale.
Provare per credere (e capire).
Fidatevi: flash sulla seconda tendina, priorità di tempi, tempo lento e… click.
Nella foto d’apertura, scattata durante il matrimonio di due amici, ho pensato di aggiungere un po’ di azione al momento del ballo degli sposi. L’atmosfera attorno era gioiosa, gli ospiti ballavano e cantavano e volevo recuperare un po’ di quella sensazione nello scatto. Fatto! Un colpo di flash e un tempo lento per strisciare, proprio mentre i due sposi si baciavano.
Il segreto sta nel seguire con la macchina fotografica il movimento del soggetto – badando però a non muoversi troppo, altrimenti prevarrà lo sfocato.
Qui sotto un secondo momento dello stesso matrimonio, dove la sposa si è lanciata in una pizzica indiavolata.
Come spesso capita nella fotografia, non esiste una regola precisa, se vi state chiedendo quale sia il tempo ideale, rilassatevi; non c’è. Ogni situazione è diversa e merita che facciate qualche tentativo, Solitamente tra 1/15″ e 1/4″ il giochetto riesce sempre, ma molto dipenda da quanto veloce si muove il soggetto, se ci viene incontro, se ci sfreccia davanti più o meno perpendicolare all’obiettivo, se siamo fermi o ci muoviamo (un po’ di movimento di macchina aggiunge mosso).
E molto, moltissimo, dipende dal risultato che stiamo cercando, per cui… provare, provare, provare.