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Posts contrassegnato dai tag ‘Steve McCurry’

5 trucchi pratici per ritratti migliori

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Non è un segreto, amo la fotografia di ritratto e appena posso viaggio. Le due cose, quando si combinano, danno vita al mio nirvana fotografico. Forse qualcuno di voi nutre i miei stessi gusti, se sì, spero che questo post possa aiutarvi a migliorare.

Ecco 5 trucchi pratici che possono tornare utili quando siete in viaggio e volete dedicarvi al ritratto.

  1. Portate sempre un flash con voi
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    Con il rischio di risultare pedante – e pesante – lo ripeto all’infinito, come un mantra.
    Fate sempre un po’ di spazio nella vostra borsa per un piccolo flash. Farà la differenza in molte occasioni, soprattutto nel caso decidiate di darvi alla fotografia di ritratto.
    Non usatelo mai direttamente – a meno che non si tratti di un puro lampo di schiarita.
    Miscelatelo sempre con la luce ambiente a disposizione, per questo fate attenzione alla coppia tempo/diaframma che scegliete. Il tempo regola la quantità di luce ambiente che entrerà nello scatto e il diaframma la luce flash, evitate che la luce flash faccia sembrare i vostri soggetti dei plasticoni.
    La presenza del flash NON si deve praticamente cogliere, deve aiutare la luce ambiente, ma non soverchiarla, a meno che non siate alle prese con scatti particolarmente creativi.
    Il colpo di flash deve aiutare a staccare il soggetto dallo sfondo, non deve essere protagonista.
    Fate in modo di conoscere le funzioni principali – almeno – del vostro flash e studiate diligentemente la teoria della fotografia flash. Non lasciatevi intimorire, quel poco coraggio che serve per affrontarla vi garantirà risultati superiori alla media… dei vostri amici più pigri.
  2. Abbinate il soggetto alla location
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    Scegliete con cura dove scattare. Giocate d’anticipo, pensate prima di mettere in posa il soggetto.
    Se non si tratta di un assignment, ma di un ritratto al volo, fate mente locale subito e fatelo in fretta.
    Dove scattate il vostro soggetto vale quasi quanto la posa che gli chiederete di assumere.
    Il luogo, l’ambiente, racconta molto e aiuta ad inquadrare meglio il vostro soggetto e lo fotografia che andrete a realizzare.
    Abbinate con cura soggetto e location. Se la location rischia di essere un luogo comune, cercate di sfruttarla in modo creativo o, se il soggetto si presta, puntate su una posa particolare.
    È scontato aspettarsi Emanuele Canaparo, produttore di nocciole delle Langhe, ritratto tra le nocciole, ma lo è meno vederlo letteralmente galleggiare su un mare di nocciole.
  3. Cogliete l’attimo
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    Scattare una foto significa congelare un attimo. Un ritratto risulterà ancora più eloquente se riuscirete a cogliere un gesto particolare, spontaneo. Per questo, fateli muovere. Non è necessario che si mettano a ballare il tip-tap, ma anche semplicemente muovendo le mani o le braccia, riuscirete a soffiar via quella patina di imbarazzo che molto spesso si coglie in modo fin troppo evidente nei ritratti posati. Ma non insistete. Se muoversi non è nelle corde dei vostri soggetti, non insistete, o creerete maggior danno, facendo salire l’imbarazzo alle stelle.
    Spesso anche soltanto i piccoli movimenti delle mani o quell’espressione particolare possono fare la differenza. Siate pronti a coglierla, non è replicabile il più delle volte e quasi sempre dura il tempo di un click.
    Nella foto, che amo particolarmente, Anna Vizziello, concertista classica, ha rotto la posa per colpa – o merito – di una zanzara. Se non fossi stato pronto, lo scatto non esisterebbe e credo che la zanzare abbia saputo regalare all’amica Anna una spontaneità incredibile.
  4. Vicino e lontano. Dentro e fuori.
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    Dentro e fuori. È un modo di dire che credo spieghi bene la questione.
    Dentro, nel senso di ravvicinato, nel senso di primo piano, di dettaglio.
    Fuori, nel senso di più lontano, con più aria attorno, con più ambiente.
    È un’ottima regola, anche per chi scatta ritratti – soprattutto per chi scatta ritratti: gli regala varietà e possibilità di sottolineare aspetti del soggetto che un taglio accademico non sempre è in grado di garantire.
    Scattate primi piani. Scattate primissimi piani. Andate oltre, scattate dettagli.  Dentro.
    Perché anche il dettaglio parla, soprattutto le mani.
    Ma poi allontanatevi e dedicatevi alla figura intera e poi allargate ancora e includete  un po’ di ambiente.  Fuori.
    Siate vari, i ritratti non sono soltanto scatti testa/spalle.
  5. La luce migliore è fatta di ombre
    Andrea Paternoster, proprietario di Mieli Thun. Ritratto tra le sue arnie in Trentino, per un libro fotografico che raccoglieva eccellenza enogastroniche italiane

    Amo questo controsenso e ne sono assolutamente convinto.
    La luce migliore – quanto meno per come la vedo io – è quella che porta ombre, anche importanti, anche nette, perché no.
    Sperimentatela nei vostri ritratti.
    Cercate le ombre, sottolineatele, usatele per definire ed esaltare la tridimensionalità
    È chiaramente una questione di gusto. Io personalmente preferisco i ritratti contrastati ai ritratti morbidi, molti non la penseranno come me, ma alla fine questo blog lo tengo io – ah ah ah!
    Fate un esercizio mentale, prima di scattare, provate a pensare a come Caravaggio avrebbe illuminato il vostro soggetto, provate ad immaginare a come lo avrebbe illuminato Rembrandt – sì, avete letto bene, ho scritto Caravaggio e Rembrandt, non Steve McCurry, Caravaggio e Rembrandt, due maestri nell’uso della luce. Sono più che convinto che se proverete  ad usare la luce come Caravaggio o Rembrandt, alla fine vi verranno scatti molto vicini al linguaggio fotografico di McCurry (!) e di altri mostri sacri della fotografia moderna.
    Se la luce che state utilizzando non è troppo diffusa ha una sua direzione precisa. Individuatela! Cercate da dove arriva la luce e studiate come cadono le ombre, sul volto del vostro soggetto, sull’ambiente. Sfruttatela.
    La luce è magia: sfruttatela, ed è gratis, tra l’altro.

Forse a qualcuno di voi potrà sembrare un elenco ovvio, anche un filo banale – spero non a molti, altrimenti devo prendere seriamente in considerazione l’idea di chiudere il blog. Per coloro che invece non pensano si tratti di banalità, oltre alla mia gratitudine, va un ultimo consiglio: cercate il vostro stile personale.

Pensiamo a colori

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Comporre con il colore, usando una palette colori molto ridotta

Molto spesso non consideriamo il colore una valida chiave di composizione e questo è un errore.

Riconoscere e gestire la palette dei colori presenti in una scena, conoscere il modo di gestirli e di renderli è alla base di una foto di successo.
Pensate al ritratto di Steve McCurry più famoso – la ragazza afghana.

114  Al di là della drammaticità dello sguardo della ragazza ritratta, uno dei punti chiavi in termini competitivi del famoso scatto di McCurry, ma pochi sottolineano, è l’uso del colore. Il rosso spento del vestito della ragazza è complementare allo sfondo verde scelto dal fotografo americano. Un caso? No, non è un caso, si tratta di grande conoscenza della teoria del colore, sapere che due colori complementari – che stanno cioè di fronte l’un l’altro nella ruota dei colori – producono uno scatto vibrante e di grande contrasto.

ruota-coloreB Conoscere la teoria del colore è UN DOVERE per ogni fotografo e spesso l’uso creativo e capace determinano un buono scatto.

La percezione del colore
Ognuno di noi percepisce i colori in modo diverso, ma quasi tutti siamo pronti a definire i rossi e i gialli colori caldi, mentre i blu e i verdi colori freddi.
Questa percezione comune ci deve aiutare quando stiamo componendo uno scatto in termini di messaggio che vogliamo passare. Stiamo cercando di comunicare intimità, propenderemo allora nella scelta di una palette di colori caldi.
Il fotografo digitale ha poi dalla sua qualche trucco in più per intervenire sul risultato finale, ad esempio un bilanciamento del bianco creativo che può riscaldare o raffreddare ulteriormente i colori presenti.

Scatti con palette colori limitata
Spesso l’utilizzo di una palette ridotta – come nella fotografia in apertura di post – può dare origine ad immagini molto forti.
Cercare e saper tradurre in scatti scene dal sapore quasi monocromatico ha una forza tutta sua.

Imparare a lavorare con quello che si ha
Nella maggior parte dei casi ci troveremo a dover lavorare con combinazioni cromatiche già esistenti, a maggior ragione dovremo essere bravi ad individuarle, a cercare alternative all’interno di quello che la scena offre a prima vista.
Per fare questo è necessario essere esperti del colore.

Un libro imperdibile per tutti i fotografi di viaggio

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E’ uscito ieri il libro di Steve McCurry “Le storie dietro le fotografie”, un bellissimo volume che racconta i retroscena di quasi tutti gli scatti più belli e famosi del più celebrato fotografo di viaggio contemporaneo.

Il libro ripercorre la carriera di McCurry, dai giorni dei reportage di guerra in Afghanistan, sino agli ultimi scatti, recuperando memorie e contributi visivi di grande impatto.

Ogni storia è illustrata con appunti, immagini, ricordi – messi insieme da McCurry stesso durante i suoi lunghi viaggi – e circa 120 tavole fotografiche con i suoi lavori più significativi.

Accanto alle foto per ogni reportage il libro presenta un vasto archivio formato da materiali non fotografici, molti dei quali inediti: oggetti, diari, documenti, come articoli di giornale, mappe, i lasciapassare iracheni per la stampa, ecc.

 

“Le storie dietro le fotografie” è un un libro fotografico, ma anche storico, che spiega i contesti sociali e storico-politici in cui il reportage è stato effettuato e che non dovrebbe mancare nella libreria di ogni aspirante fotoreporter o fotografo di viaggio.

Non aspettatevi trucchi svelati o dettagli tecnici, in realtà nel libro c’è molto di più, c’è la realtà di  uno dei più celebrati fotografi  e di un viaggiatore infaticabile.  Uno spunto per tutti noi.

“… in trent’anni di carriera … le innumerevoli volte in cui ho sfiorato il peggio e un paio di autentici disastri non sono riusciti a raffreddare la mia passione per la fotografia e per i viaggi, che mi hanno portato in luoghi di sorprendente bellezza, ma anche in posti che vorrei dimenticare”.

Steve McCurry

Mostrala ancora, Steve.

ragazza afghana

Prendo in prestito l’immortale “suonala ancora, Sam” di memoria hollywoodiana per attirare l’attenzione su un nuovo appuntamento con Steve McCurry e la sua fotografia.

Questa volta l’appuntamento della mostra “Viaggio intorno all’uomo” è a Siena.

Il 15 giugno apre al pubblico, nel Complesso Museale Santa Maria della Scala in Siena, la mostra dedicata a Steve McCurry, per iniziativa del Comune di Siena in collaborazione con Opera della Metropolitana, promossa e organizzata da Opera – Civita Group, con la collaborazione di Sud Est57.

Per maggiori informazioni sull’evento, cliccate qui

Incontro con Steve McCurry

E’ una notizia di oggi… la leggo e mi arrabbio perché domani io non p0trò esserci, ma per chi è libero e dalle parti di Genova, segnalo l’incontro con Steve McCurry alle ore 15 presso l’Università degi Studi di Genova, Scuola delle Scienze Umanistiche, Aula Magna, via Balbi 2.

Mi mangio le mani per non poter essere presente, ma auguro a tutti un pomeriggio interessante.

Steve McCurry in mostra a Genova

Il 18 ottobre apre al pubblico a Palazzo Ducale di Genova una nuova grande mostra dedicata a Steve McCurry, prodotta e organizzata dalla Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, dal Comune di Genova e da Civita.

Cito dal comunicato ufficiale:

(..) La mostra è curata da Biba Giacchetti e da Peter Bottazzi, che ha inoltre progettato un allestimento di grande impatto scenografico, studiato appositamente per gli spazi (1.000 m2) del suggestivo Sottoporticato di Palazzo Ducale e differenziato in ciascuno degli spazi tematici. Come in un “viaggio intorno all’uomo”, la mostra si aprirà con una grande galleria di ritratti che l’obiettivo di Mc Curry ha raccolto nell’arco della sua lunga esperienza e continua a raccogliere in ogni suo viaggio. Tra i veli che saranno le quinte di questa galleria, ogni visitatore potrà cercare il suo percorso nel gioco di rimandi che lega tra loro uomini e donne provenienti dai luoghi più disparati della Terra. Ci si avventurerà poi, passando attraverso le tracce di una presenza umana più rarefatta, nella vertigine della guerra, del dolore e della paura che McCurry ha documentato con la stessa partecipazione emotiva. Nella sala successiva il visitatore troverà invece un mondo di poesia, dove l’uomo si riscatta, si avvicina alla natura e allo spirito e ritrova la gioia di vivere. La sorpresa e lo stupore caratterizzeranno lo spazio finale, dove si incontrano le immagini più curiose e inattese, dove l’uomo ritrova lo sguardo dell’infanzia e l’incanto della vita. (…)

 

Steve McCurry – Viaggio intorno all’uomo
Genova, Palazzo Ducale
18 ottobre 2012 – 24 febbraio 2013

Documentare un luogo con la fotografia

 

La fotografia, e in particolare quella di viaggio, contribuisce a documentare un particolare luogo.

UNICITA’
Qualunque sia il nostro stile fotografico e qualunque sia il nostro approccio, non dobbiamo dimenticarci che attraverso i nostri scatti possiamo concorrere a portare elementi di effettiva unicità in ciò che ritraiamo, senza per questo dover per forza essere i nuovi McCurry o Vitale.

RICERCA
Una solida ricerca preventiva costituisce la necessaria base per i nostri reportage di viaggi, affinchè anche il luogo più lontano culturalmente dal nostro modo di vivere non ci spiazzi irrimediabilmente.
La ricerca è fondamentale quanto trovarsi nel posto giusto al momento giusto – caratteristica principe di ogni buon fotografo di viaggio.
La ricerca permette di pianificare e anticipare, quasi sempre, gli eventi.

VA PRESTO, VATTENE TARDI
Molti fotografi hanno eletto questo adagio a loro manifesto professionale.
Spesso accade che gli eventi più interessanti di un dato luogo del pianeta siano comunque riportati sulle varie guide turistiche a disposizione di chiunque, questo particolare complica le cose e non poco… è infatti cosa sempre più comune ritrovarsi a condividere lo stesso evento con orde di turisti.-
Come uscirne? Recandoci sul luogo prima degli altri e restandoci più a lungo.
Dobbiamo cercare di arrivare prima della massa e, se possibile, dopo che la massa è ripartita, solo così potremo avere la garanzia di fotografare davvero quello che ci interessa.

SULLE VIE MENO BATTUTE
Le vie meno spesso offrono spunti fotografici molto interessanti e singolari, ma richiedono dedizione e fatica.
Abiutuiamoci a viaggiare con i mezzi di trasporto locali, a mischiarci con la gente del luogo e ad alloggiare fuori dai circuiti più turistici… sarà la nostra fotografia a guadagnarne.

COSTRUITE RELAZIONI
Non limitiamoci a fotografare, cerchiamo di costruire delle relazioni che vadano oltre il tempo necessario allo scatto.
In questo modo anche le nostre foto sapranno raccontare di più.

 

 

 

Steve McCurry, un maestro al quale ispirarsi

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Chiunque di noi che si avvicina alla fotografia di viaggio non può ignorare i lavori e le opere di Steve McCurry, a mio parere il più rappresentativo tra i fotografi di viaggio contemporanei.

Le fotografie di McCurry, raccolte in svariate pubblicazioni, sono una costante fonte di ispirazione per chi si cimenta con il reportage di viaggio,

McCurry combina tecnica e creatività geniali in ogni scatto e ogni scatto del grande fotografo americano dovrebbe ispirarci a migliorare il nostro approccio con la fotografia di viaggio,

Il mio consiglio: visitate il suo sito stevemccurry.com o sfogliate alcune dei suoi libri – “L’istante rubato”, “Portraits”, “Sud-Sud Est”, “Monsoni”, ecc. – o meglio ancora cogliere l’occasione di assistere ad una sua mostra (imperdibile anche per la qualità e la creatività degli allestimenti).

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