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Story telling: diventare dei piccoli esperti
Ernest Hemingway diceva che non si può scrivere di ciò che non si conosce e sono assolutamente d’accordo con Papa.
Per raccontare – soprattutto se scegliamo di raccontare attraverso la fotografia – dobbiamo acquisire una certa esperienza specifica dell’argomento che intendiamo trattare.
Ci sono modi diversi per farlo. Possiamo scegliere di raccontare soltanto di ciò che è la nostra vita o possiamo allargare le nostre conoscenze, facendo ricerche e documentandoci.
Personalmente, prima di affrontare la parte esecutiva di qualsiasi progetto, affronto una fase che sento altrettanto importante, quella che chiamo l’immersione.
Faccio ricerche, cerco e raccolgo tutto il materiale possibile sull’argomento che andrò a fotografare, se mi è possibile mi reco sui luoghi che fotograferò e parlo con chi fotograferò.
Se il nostro progetto prevede donne o uomini, non possiamo non conoscerli, non parlare con loro, non provare a conoscere le loro abitudini, come la pensano, cosa fanno tutti i giorni.
Se il nostro progetto invece prevede luoghi, non possiamo pensare di non fare ricerca.
Il web è il nostro migliore alleato, ma non fermiamoci alla rete, usciamo, andiamo in libreria o in biblioteca, parliamo con fotografi che hanno affrontato l’argomento prima di noi o con amici o conoscenti che hanno visitato i luoghi o che in qualche maniera possono arricchire la nostra conoscenza dell’argomento.
Non risparmiamoci. FACCIAMO RICERCA!
Qualche anno fa ero alle prese con un progetto sui treni indiani. Era ovvio che avrei provato a viaggiare in tutte le classi disponibili, a tutte le ore, che avrei dormito in cuccetta, che avrei aspettato sulla piattaforma mangiando pakora e bevendo tè, e che avrei cercato di parlare con i passeggeri e con i capostazione o con gli addetti alle coperte per le tratte notturne. Era la sola maniera per portare a casa qualcosa di davvero personale. Questo è il mio modo di muovermi, ma non è detto che funzioni per tutti, quello che intendo dire è che più ci immergiamo nel progetto e più il progetto assume spessore e acquisisce nuove sfaccettature.
Scegliere un progetto è soltanto il primo passo.
Il secondo è di certo fare ricerca. Dobbiamo diventare dei piccoli esperti di quello che andremo a raccontare, solo così sapremo farlo al meglio delle nostre capacità.
Ricerca! Ricerca! Ricerca! La questione è fin troppo semplice.
Ciò non significa che dobbiamo prendere una laurea breve in ogni argomento che intendiamo fotografare, ma di sicuro conoscere i dettagli e gli aspetti del mondo che vogliamo ritrarre non potrà che fare bene ai nostri scatti, oltre che a noi stessi.
Manteniamoci curiosi!
Due anni ero alle prese con un libro che celebrava alcune eccellenze enogastromiche italiane e, credetemi, scoprire come si produce la liquirizia dal più antico produttore italiano è un dettaglio che mi ha arricchito e che ha influenzato la fotografie che poi sono andato a scattare, così come ascoltare un produttore di mieli trentini parlare delle sue api come di compagne vere e proprie o l’anziano produttore di limoni di Amalfi, che ama sua moglie da oltre sessant’anni e che te lo racconta con quello scintillio negli occhi, mentre ti versa da bere il terzo amaro a casa sua.
Scoprire come si produce la liquirizia o il mielo o quanto ama sua moglie il produttore di limoni non migliora la nostra tecnica fotografica, ma arricchisce la nostra sensibilità e mi piace pensare che la fotografia sia soprattutto sensibilità.

Il barone Amarelli, produttore di liquirizia di Rossano Calabro. La sua azienda produce liquirizia da 17 generazioni e scoprire come si produce la liquirizia è un bon modo per produrre una buona storia
Storytelling: come scegliere le storie da raccontare
Spesso me lo chiedo io stesso: “cosa racconto?”
Non c’è una risposta precisa a questa domanda così personale. Esistono categorie narrative dentro le quali cercare o, attraverso le quali, mettere a fuoco il soggetto della nostra narrazione.
Il livello di interesse che la nostra storia può suscitare è chiaramente legato alla nostra capacità di narrare fotograficamente, ma anche al soggetto scelto, soprattutto in rapporto con il potenziale pubblico a cui ci riferiamo, e naturalmente all’approccio e al tono di voce scelto per raccontare.
Ad esempio, se scegliamo di raccontare i negozi di un particolare quartiere, al di là della nostra obiettiva capacità di rendere i soggetti interessanti dal punto di vista fotografico, il soggetto risulterà molto più interessante e gradito alla comunità che ruota attorno al quartiere e se vogliamo invece allargare il nostro pubblico, dobbiamo fare in modo che o l’approccio o il linguaggio utilizzato sappiano interessare anche altri soggetti, che magari non vivono la quotidianità del quartiere – ad esempio, provare a centrare il racconto sul contrasto moderno vs. tradizionale o esaltare la caratteristica di mestieri in estinzione.
Esistono però caratteristiche generali che determinano l’interesse per il nostro soggetto:
Cominciamo ad elencare alcuni soggetti o macro-categorie che ci possono aiutare, per lo meno a partire per focalizzare meglio il soggetto della nostra storia.
Pensiamo a storie di:
- Persone
- Luoghi
- Oggetti
- Attività
- Collezioni (o oggetti simili tra loro)
- Istituzioni
Queste possono essere le aree dalle quali partire, che possiamo/dobbiamo incrociare con almeno una delle prossime caratteristiche narrative per approdare ad una storia interessante – o per lo meno potenzialmente interessante
- Universalità
Esistono temi universali – ad es. pace, amicizia, amore, le stagioni, il tempo, vecchiaia, giovinezza, ecc. – questi temi riscuotono spesso interesse, ma rischiano di portare la narrazione verso il cliché. Attenzione! - Prossimità geografica
Vicinanza con la comunità, ad esempio storie locali - Prossimità temporale
Il soggetto è molto attuale
- Unicità
Il soggetto è unico, singolare, non è mai stato trattato, è stato poco trattato, è stato trattato in modo diverso, ecc. - Estraneità geografica
Il soggetto è (molto) distante dalla comunità di riferimento (ad es. un documentario sulla vita in una dispersa valle del Dolpo, nel Nepal del nord) - Estraneità temporale
Il soggetto vive in un tempo lontano, ci sono soggetti, poi, che non hanno tempo. - Conflitto
Qualsiasi conflitto attira, il conflitto non deve per forza essere fisico. Minacce, disagi, denuncia, ecc. - Celebrità
Le celebrità – concetto del tutto relativo – hanno sempre un certo appeal, attenzione a trovare chiavi di narrazione singolari - Riscoperta
Riscoprire luoghi, proporre luoghi (comuni) con un tono di voce diverso è di per sé un progetto interessante.
Proviamo ora a fare un esercizio, proviamo a scegliere una delle categorie del primo elenco, ad esempio “attività” e una delle caratteristiche narrative del secondo elenco, ad esempio “celebrità”. La nostra storia potrebbe essere un progetto fotografico dedicato agli hobby dei politici, e se volessimo aggiungere un’ulteriore caratteristica narrativa potremmo usare “prossimità geografica” e circoscrivere i nostri soggetti alla giunta comunale cittadina, ad esempio.
Provate ora a creare possibili progetti – non importa quanto realizzabili – semplicemente incrociando categorie e caratteristiche.
Provate ora a distinguere a quale tipologie di storie appartengo e quali caratteristiche hanno (fingendo di pensare ad un pubblico potenziale di Milano) i seguenti progetti:
- “porte di Kathmandu”
- “i mestieri del passato che sopravvivono alla città (Milano)”
- “le stagioni nella Tuscia viterbese”
- “la scuola vista dalla prospettiva di uno scolaro di sei anni”
Scegliere un buon soggetto da raccontare è metà del successo di un progetto di story telling, non dimentichiamolo.
Raccontarlo in modo personale vale quasi la restante metà, in mezzo c’è la tecnica.
N.d.A.
Tra gennaio e febbraio, se siete interessati, organizzerò un workshop dedicato allo story telling fotografico, che si svilupperà su due weekend – nel primo cercheremo di fissare le basi teoriche della narrazione per immagini, sceglieremo un progetto da sviluppare e nel secondo weekend (ad un mese di distanza) condivideremo ed analizzeremo i vari progetti.
Se siete interessati tenete d’occhio questo blog o scrivetemi a info@waltermeregalli.it
W.M.