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Il Tibet lontano dal Tibet. Mostra fotografica

Evento Tibet

Il 31 agosto e il 1 settembre prossimi, ospite della manifestazione ECOCOMPATIBILMENTE FEST a Castell’Azzana (GR), espongo una personale fotografica dedicata ai campi profughi tibetani dell’India del nord.
La mostra, intitolata IL TIBET LONTANO DAL TIBET, coglie alcuni aspetti della dura esistenza degli esuli tibetani in India.,

 

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31 agosto – 1 settembre
Villa Sforzesca
Castell’Azzana (GR)
IL TIBET LONTANO DAL TIBET
Testimonianze di una cultura in esilio
Campo Profughi Tibetani di Agling – Ladakh
Fotografie di Walter Meregalli

Come catturare il Tibet scomparso.

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Il sogno di molti fotografi di viaggio è quello di immortalare il Tibet, ma nella loro mente il “Regno delle Nevi” è rimasto a prima dell’invasione cinese e quando si recano sull”altopiano rimangono delusi dalle condizioni attuali e dalla modernità introdotta dai cinesi negli ultimi decenni.

Come fare per catturare il Tibet che non c’è più!?

La risposta è semplice: REGALATEVI UN VIAGGIO IN LADAKH.

Il LADAKH è una provincia settentrionale dell’India, tecnicamente un distretto dello stato federale del Jammu e Kashmir.
La capitale del Ladakh è Leh e la si raggiunge con un volo di circa 90 minuti da New Delhi. Il Ladakh a nord confina con la provincia autonoma del Tibet, ora Repubblica Popolare Cinese.

Il Ladakh è un’enclave tibetana e, sia per tradizioni culturali, sia per aspetto geografico, le similitudini con il Tibet sono tante davvero – non a caso il Ladakh è sempre più noto con il nomignolo di Piccolo Tibet.

In Ladakh i monasteri sono rimasti intatti e avvicinare i monaci buddhisti è una cosa semplice, così come girare liberamente in jeep o in moto – cosa che in Tibet è pressoché impossibile.
Essendo India, un viaggio in Ladakh non comporta permessi particolari o costi aggiuntivi, mentre recarsi in Tibet non è esattamente la cosa più agevole, anche partendo dal Nepal.

Alloggiare a Leh ancora piuttosto conveniente e le attività che si possono svolgere nella zone adiacenti all’antica capitale sono numerose, si va dal rafting sull’Indo, alle scalate (la catena dello Stock Kangri ha vette che toccano e superano i 6000 metri), alla scoperta dei numerosi monasteri.

Come il Tibet, il Ladakh è un deserto d’alta montagna,  situato in una zona protetta dai monsoni, per cui è possibile pianificare un viaggio anche in piena estate.. Leh sorge a 3500 metri sul livello del mare, in inverno la temperatura scende di parecchio sotto lo zero e la neve può ostuire passi e strade. In estate, invece, le giornate sono di solito soleggiate e terse – e calde – e le nottate fresche.
Primavera e autunno sono forse le stagioni più piacevoli.

A differenza del Tibet, il Ladakh non  presenta distanze notevoli da coprire e tutto è piuttosto ben collegato con bus e auto a noleggio – fanno fede gli standard indiani (!). Una settimana è il tempo minimo per accostarsi al Piccolo Tibet.
Da Leh, con un dodici/quattordici ore di bus si può raggiungere Shrinagar, in Kashmir e unire due viaggi (totalmente diversi) in un breve lasso di tempo.

Cercate il Tibet scomparso? visitate il Ladakh.

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Un progetto nel cassetto: i campi della memoria tibetana

Scuola elementare all’interno del campo profughi di Agling, Ladakh (India)

Ecco un progetto che ho lì e che spero un giorno di portare a termine.
Fotografare e intervistare gli abitanti dei numerosi campi profughi tibetani nell’India del nord.

Ci abitano bambini e adulti che il Tibet non lo hanno mai visto e ancora qualche anziano che invece del Regno delle Nevi porta con sè un ricordo indelebile.

Purtroppo questi anziani profughi hanno tutti una settantina d’anni circa e la loro generazione è l’ultima in grado di raccontare e tramandare il Tibet prima di Mao Tze Dong.

Ne ho fotografiati qualcuno e – con l’aiuto di un interprete indo-tibetano – ho raccolto qualche storia.
Sarebbe bello poterlo completare questo progetto e magari ricavarne una mostra e un libro, i cui ricavati potrebbe addolcire la durezza delle giornate nei campi profughi del Ladakh.

  

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